Decreto Agricoltura Emendamenti dell’On. Bruzzone minacciano l’equilibrio delle specie selvatiche Rivoluzione Ecologista Animalista- R.E.A

 

Entro il 10 luglio il Decreto legge Agricoltura- DDL 1138 dovrà essere approvato per essere convertito in legge. E’ sufficiente vedere come esultano i magazine e le riviste del settore venatorio per capire come siano faziosi gli emendamenti con i quali l’On. Francesco Bruzzone intende modificare la legge sulla caccia 157/92. 

Emendamenti inaccettabili e riprovevoli, commenta Gabriella Caramanica, segretario nazionale del partito politico Rivoluzione ecologista animalista-Rea. 

A partire dalla richiesta di 8 mesi di reclusioni per “disturbo all’attività venatoria o controllo faunistico e per chi reca danni agli appostamenti di caccia”. Non c’è paragone con le pene previste per chi uccide un animale! Vogliamo ricordare come Bruzzone stia operando su diversi fronti per favorire i cacciatori. Ha presentato due modifiche che sono state approvate alla Legge sui maltrattamenti animali, riguardanti le “leggi speciali” con le quali si svincolano le amministrazioni pubbliche dalle loro responsabilità in caso di maltrattamenti o uccisioni di animali; elementi con i quali si potrebbe creare un margine per il bracconaggio. 

Non possiamo consentire all’emendamento con il quale si superano i ricorsi al TAR sul calendario venatorio per dare certezza che non cambi una volta deliberato. Andiamo incontro ad emergenze climatiche continue che spaziano da siccità alle alluvioni per cui la stessa fauna sta subendo stress e disorientamento. Stanno cambiando le rotte migratorie, molte specie protette stanno diventando anche stanziali. Le regioni devono considerare di volta in volta le criticità della stagione, per cui il calendario venatorio deve restare impugnabile. 

Auspichiamo un po’ di senno da parte della Commissione Senato che non può accettare di abolire la scelta in via esclusiva delle opzioni di caccia (zona Alpi, da appostamento fisso o vagante) o di abilitare i cacciatori agli ungulati in tutto il territorio nazionale. Il nostro paese è variegato. Possiamo solo immaginare i danni che potrebbero recare i cacciatori in altre regioni, senza conoscere i territori. Qui non si tratta di rimettere in discussione chi rilascia i patentini, ma bensì di tutelare la fauna, i cittadini e le aree protette. 

Infine, per quanto riguarda l’utilizzo dei richiami vivi, Bruzzone ha tenuto a specificare che si tratta di richiami di allevamento “non fauna ma animali domestici”. Parlando di animali vivi domestici, potrebbero delinearsi fattispecie di maltrattamento e violazione del benessere etologico delle specie, considerando la dimensione delle gabbie, la durata del trasporto e le ore durante le quali quei poveri uccelli vengono costretti a fare da esca. Chi farà i controlli?

Non siamo più nel neolitico. La caccia deve essere regolamentata e ben distinta dall’attività sportiva dilettantistica, andando a rafforzare il ruolo istituzionale nel monitoraggio e nella programmazione del controllo delle popolazioni delle specie, collaborando con esperti per creare un equilibrio tra le specie selvatiche, considerando numerosi fattori come ad esempio il numero prede e predatori, maschi o femmine nei branchi. Tutto ciò non può essere fatto favorendo il singolo, conclude Caramanica.

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