Dal 24/01 al 22/04 all’Archivio di Napoli “Isolamenti”: un viaggio tra i documenti di archivio delle isole carcere di Santo Stefano, Ventotene e Procida in epoca Borbonica (1770-1860)

La mostra è gratuita e sarà aperta al pubblico fino al 22 aprile, con orario continuato dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, il sabato dalle 9 alle 13.30, promossa da Silvia Costa, Commissaria Straordinaria di Governo per il recupero dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene e curata dalla Direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli Candida Carrino insieme allo storico Anthony Santilli, darà l’opportunità di conoscere il vissuto delle isole carcere durante il regno dei Borbone attraverso ritrovamenti inediti e poco conosciuti.

Molte di quelle isole oggi considerate paradisi di bellezza e luoghi dalla natura incontaminata sono state utilizzate fin dall’antichità per relegare persone giudicate “pericolose” dal potere politico. I Borbone non fecero eccezione, attuando in questi fazzoletti di terra posti al centro del Mediterraneo degli esperimenti di modelli punitivi per certi versi unici, riflesso di quell’illuminismo utilitarista che aveva contaminato gran parte dello scenario europeo.
La mostra Isolamenti farà viaggiare i visitatori attraverso documenti e reperimenti d’archivio poco conosciuti e ancora mai collegati fra loro, che illustrano come Ventotene, Procida e Santo Stefano siano casi simbolo di un più ampio arcipelago carcerario esteso a tutto il Mediterraneo.
Collocate in un Tirreno che per secoli è stato teatro di scontro tra l’Europa e il mondo arabo-islamico, le tre isole hanno rappresentato dei preziosi avamposti difensivi, cominciando allo stesso tempo a trasformarsi in prigioni, ispirate a differenti modelli punitivi: Ventotene, colonizzata nel ‘700 per contrastare la minaccia rappresentata dai corsari barbareschi, diverrà ben presto isola di relegazione, con un rapporto speciale di prossimità/promiscuità tra condannati e popolazione libera. Santo Stefano invece, isola disabitata e di difficile accesso diventerà sede di un carcere, dove verranno eseguite le più efferate politiche repressive borboniche. A Procida, si assiste alla costituzione di un bagno penale attraverso il riadattamento del seicentesco palazzo gentilizio della famiglia D’Avalos e all’avvio di un rapporto speciale con la comunità isolana improntato alla collaborazione, come nel caso delle pregiate manifatture tessili prodotte dai detenuti insieme alla popolazione locale.

Con Isolamenti si arricchisce il percorso di valorizzazione della documentazione storica avviato nell’ambito del Progetto di recupero dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene. Si suggella la stretta relazione avviata con Procida, Capitale della cultura 2022, a testimonianza di una rete simbolica che unisce le isole carcere borboniche, oggi al centro di un rinnovato interesse dal punto di vista artistico e culturale.
“Con questa mostra abbiamo voluto raccontare come la storia e le storie di relegazione e di confinamento, che hanno accomunato alcune isole del Mediterraneo- ha così dichiarato la Commissaria Silvia Costa – abbiano saputo generare quella coscienza della dignità umana e quell’anelito alla libertà e al diritto che sono alla base della nostra Costituzione e dei valori fondamentali dell’Europa”.
I curatori della mostra, Candida Carrino, Direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, e Anthony Santilli, Referente dell’Archivio Storico di Ventotene e Santo Stefano hanno così commentato il senso della mostra: “La ricerca storica ha lo scopo di rivelare esperienze che solo all’apparenza sono lontane da quanto accade attorno a noi. Ancora oggi molte isole nel nostro Mediterraneo rappresentano dei luoghi di prigionia, spesso dimenticati. Sta a noi ricostruire il filo rosso che collega queste esperienze di dolore e di riscatto, tra presente e passato. La piena valorizzazione della documentazione conservata nei nostri archivi passa anche attraverso queste iniziative, volte ad un pubblico ampio ed eterogeneo.”

La mostra Isolamenti, è promossa dal Commissaria Straordinaria di Governo per il recupero dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene e l’Archivio di Stato di Napoli e vede tra i co-promotori il Ministero della Cultura – DG Archivi, la Regione Campania e i Comuni di Procida, Ventotene e Napoli, in coordinamento con Invitalia, soggetto attuatore del Cis di Ventotene.

Allestita presso la Sala Sommaria dell’Archivio di Stato di Napoli, ricca di contributi visivi, disegni, foto, mappe, ritratti e documenti è articolata in sezioni che la rendono di facile fruizione anche per i non addetti ai lavori.