Che giorno è oggi? Ricorre oggi la quarantacinquesima “Giornata per la vita” in cui siamo invitati a riflettere sul dono della vita e ad essere attivi testimoni di essa

E’ un caso che questa Giornata sia fissata a ridosso della festa della Candelora? O che il Vangelo di oggi rimandi a due bellissime metafore, quella del sale e quella della luce? Impossibile credere alla casualità! La Candelora fu introdotta dalla Chiesa Cattolica, nell’alto Medioevo, da Papa Gelasio per “ surrogare” i Lupercalia, i riti pagani con cui il popolo romano propiziava la fertilità della terra nell’imminenza del risveglio della natura. Essa si festeggia il 2 febbraio perché, in base al calendario astronomico, è il giorno che si inaugura la primavera. Rappresenta, quindi, lo spartiacque, tra l’inverno, il buio, la morte e la primavera, la luce, il risveglio. Nelle chiese si benedicono e si distribuiscono candele accese a simboleggiare Gesù Cristo  “luce per illuminare le genti“. Ed oggi il Vangelo, come anzi detto, per incitare i fedeli , si rifà alle immagini simboliche del sale e della luce. Così come basta un pizzico di sale per dare sapore ai pasti è necessario essere d’esempio per contribuire al cambiamento del contesto in cui si vive. Allo stesso modo Il Vangelo ci definisce “ luce del mondo” che anziché essere “ messa sotto al moggio deve risplendere sul candelabro per poter illuminare”. Un chiaro e ulteriore invito ad essere portatori di buone pratiche per sconfiggere il buio dell’anima. Siamo esortati a testimoniare la bellezza della vita e, certamente, non è facile. Non è, anzi, per niente facile specie nel mentre non si placa l’eco della guerra che incombe come minaccia mondiale, nel mentre la mentalità consumistica spinge a “consumare” le nostre vite in fugaci e futili riti collettivi di finto benessere e, nel mentre la cultura della morte sembra imporsi e prevaricare sulle vite nascenti, su quelle che si avviano a decollare in tanti adolescenti e su quelle che appaiono senza via di salvezza al loro declino. E’ opportuno riflettere che noi, nel nostro quotidiano, siamo chiamati non tanto a sconfiggere la “sorella morte corporale” che, prima o poi, attende tutti quanto la “non vita” che equivale a quello spegnersi dentro che vediamo sempre più, quasi inesorabilmente, diffondersi intorno a noi. E su ciò che dobbiamo entrare in gioco, metterci all’opera perché così come la natura si risveglia, così come la luce ritorna dopo le tenebre anche la speranza possa ritornare e con essa la vita al posto della “non vita” che toglie luce alle nostre esistenze. Padre Maurizio Patriciello per l’occasione di oggi ha scritto ” … Se non vuole estinguersi miseramente, l’umanità, deve imparare a stupirsi della vita. Se vuole sconfiggere la noia, il non senso, il tedio, deve dialogare con la vita”.
Teresa Del Prete