CASAL DI PRINCIPE: VISITA DEL MINISTRO PER LE DISABILITA’ SEN. ERIKA STEFANI PRESSO LE ASSOCIAZIONI CAMPANE CHE SI OCCUPANO DI DISABILITA’

CASAL DI PRINCIPE. La ministra per le disabilità, Erika Stefani, in “tour” per incontrare le associazioni campane che si occupano di disabilità. Una due giorni per ascoltare le istanze che arrivano da persone fragili, ma anche da chi li assiste, i caregiver. La ministra ha fatto tappa nel Napoletano, nel Casertano e nel Salernitano. Diverse le associazioni che la ministra ha incontrato, ascoltando e recependo di persona le richieste di chi vive con drammaticità il problema della disabilità in famiglia. In provincia di Caserta, la ministra Erika Stefani, ha incontrato a Casal di Principe, i volontari della “Forza del silenzio”, un centro che ha posto le fondamenta su un bene confiscato alla camorra. “Per le persone affette dallo spettro autistico e le loro famiglie, si fa ancora troppo poco. Non ci vuole un comandante, bisogna far rete e ascoltare le famiglie. L’autismo è un fenomeno esploso negli ultimi anni grazie anche all’affinarsi delle diagnosi“. La sensibilità della ministra ha colpito i familiari dei pazienti autistici ed i volontari. “È ovvio poi che per tutte le situazioni di disabilità c’è il complesso argomento del ‘dopo di noi, per il quale c’è una bella legge, la 112, che è interessante e complicata perché coinvolge degli istituti poco conosciuti, come il trust, ma è una legge importante alla quale bisogna credere. Occorre che anche le Regioni ci credano. Ad oggi il ‘dopo di noi’ ha un’applicazione un po’ variegata a seconda delle Regioni, e i fondi vengono utilizzati in maniera diversa. Sono state avanzate proposte di modifica della legge sotto il profilo fiscale per far sì che i trasferimenti immobiliari avvengano con dei benefici, e speriamo che da ciò ne possa arrivare un miglioramento“. A rappresentare le famiglie il fondatore ed amministratore della “forza del silenzioEnzo Abate, nostro amico. Che ha chiesto al ministro di “ascoltare i genitori dei ragazzi autistici, perché i protocolli di cura e accompagnamento non possono essere fatti da tecnici che sono magari professori universitari, che però non hanno mai avuto a che fare con un soggetto autistico bambino o adulto. Io sono padre di due ragazzi grandi e autistici, e so bene, come tutti i genitori che vivono questa esperienza, quali sono le loro esigenze“. Ad interfacciarsi con il ministro anche il Coordinamento Regionale famiglie autismo e terzo settore “Campania Aut 2016“. Da sottolineare quanto sottoposto da Enzo Abate al ministro: “l’attribuzione del numero di ore di trattamento da erogare in base a valutazioni personalizzate di singoli casi. La stessa comunità scientifica ha rilevato che, data l’estrema variabilità esistente tra i diversi soggetti anche nelle diverse fasce d’età, i migliori programmi d’intervento sono quelli che si basano sulla conoscenza della storia naturale del disturbo e sulla storia individuale di quel disturbo in quel bambino e nel suo contesto” ed ha poi evidenziato “la definizione di un percorso volto a delineare le fasi che segnano il passaggio dall’età evolutiva a quella adulta al fine di garantire agli utenti autistici continuità terapeutica. È necessario intervenire urgentemente posto che il fenomeno, purtroppo, è in costante aumento. In Italia, in base ai dati dell’Osservatorio Nazionale 1 bambino su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico” dati confermati dal Ministro. La responsabile del dicastero alla disabilità ha replicato che “i nodi da sciogliere sono tantissimi. La nascita di questo Ministero ha portato ad un esplodere delle istanze. E’ importante tracciare dei binari dove far correre il treno del futuro. Occorre cambiare anche l’impostazione culturale. Nel momento in cui la nostra società sarà talmente inclusiva che la persona con disabilità non dovrà sottolineare di essere stata dimenticata, allora il ministro delle disabilità non sarà nemmeno più necessario. Ad oggi però bisogna prestare più attenzione. I progetti da fare sono tanti, è una montagna da scalare”.

-Scritto da: Caterina Flagiello

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