BRUSCIANO. Cripta “Cristo Rivelato” resta aperta la mattina del 1° Gennaio 2022.

BRUSCIANO. La Cripta Museo Cristo Rivelato inizia alla grande l’anno 2022 con apertura il primo gennaio. Si potrà visitare dalle 10.00 alle13.30 e alle ore 11.30. Prevista la visita di S. E. mons. Luigi Travaglino, emerito nunzio apostolico, con la “guida” del promotore Ciro Ciccone, presidente dell’Associazione Cristo Rivelato e con il sindaco Giacomo Romano. L’opera del maestro Domenico Sepe ha riscosso commenti positivi dalla critica. La museologa Daniela Marra: «Domenico Sepe ripercorre la lunga e feconda tradizione dell’arte cristiana per approdare a una rappresentazione personale e contemporanea di alcuni episodi della vita di Cristo. Dal Battesimo alla Crocifissione, conservata nella chiesa del purgatorio di Matera, dal Compianto su Cristo morto fino al Cristo Rivelato, opera che abbraccia un’esigenza narrativa nuova e rappresenta un unicum nella tradizione iconografica dell’arte cristica. Domenico Sepe rompe lo stretto rapporto che vuole tradizionalmente che Verbum ed Imago siano strettamente legate. Il risveglio di Cristo nel suo primo respiro, quasi un dogma delle Scritture, non trova nella parola alcuna narrazione e l’immagine bronzea diviene una nuova e unica chiave di lettura. La scultura si fa portatrice di un mistero che fino ad oggi non è stato affrontato né nelle arti né nella letteratura” E se, come scrive Giovanni Damasceno, l’artista “con la figura insegna in misura maggiore”, Domenico Sepe in misura maggiore osa, accogliendo in maniera personale e ispirata il concetto della “arte religiosa come grande libro aperto, un invito a credere al fine di comprendere” (Giovanni Paolo II). In quest’ottica, il Cristo Rivelato è lontano dalla raffigurazione del Cristo eroico o trionfante della tradizione Rinascimentale e si distacca iconograficamente da ogni modello precedente. Lo scultore, ispirato dalle velature del Cristo Velato di Cappella San Severo, rende omaggio alla memoria del maestro Giuseppe Sammartino nel 2020 con quest’opera in bronzo, che rappresenta la completezza del ciclo dedicato alla figura di Cristo. Il valore simbolico che veicola è accuratamente compiuto: la metafora della narrazione della vita di Cristo nella sua interezza è evocata nell’atto della resurrezione, nel suo primo respiro di sofferenza. Cristo abbandona ogni passione umana con la morte fisica, tuttavia lo stupore, il dolore, la paura mista a sgomento, sono le suggestioni che suscita il Cristo Rivelato. Le espressioni così umane, in una prospettiva metaforica, assumono un valore ancora più pregnante. Il gesto sospeso della mano a mezz’aria è simbolo dello stupore umano di fronte all’invisibile, della terra che incontra il cielo, un istante troppo intenso per non provocare anche sgomento e paura. Il disorientamento, la sofferenza, l’opposizione, trovano il loro spazio narrante nella parte “spoglia” del corpo di Cristo, come nudo è l’uomo di fronte alla Rivelazione. La parte di corpo velata cela il divino sentire, che è percepito drammaticamente grazie ad un virtuosismo formale, figurandosi come spazio del sacro, dove il Cristo accoglie l’eterno. L’abbandono della mano e le velature in una lettura simbolica rappresentano il Dogma, il segreto divino che è intravisto e accettato, mai conosciuto nello spazio del reale. Lo splendore tragico del corpo ci parla raccontando in un solo gesto, in un solo atto, una complessa visione e il bronzo si fa carne».