Anima, visione e immaginazione tra Sinesio e Proclo

Presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” seminario tenuto dal Professore Davide Susanetti, Università degli studi di Padova.

NAPOLI- “Anima, visione e immaginazione tra Sinesio e Proclo.” È il titolo del seminario tenuto da remoto su Piattaforma Teams dal Professore Davide Susanetti, docente di Letteratura greca presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova; i cui interessi si rivolgono in particolare alla tragedia greca, alla filosofia platonica, all’ermetismo, all’alchimia al pensiero esoterico e simbolico.

 Il docente su invito ha preso parte al IV ciclo di seminari di letteratura greca- il testo e la sua interpretazione- organizzati dalla professoressa Daniela Milo, docente di Letteratura greca del Dipartimento di Studi Umanistici.

Il relatore, dopo una breve parentesi a proposito dei suoi studi sul platonismo, esamina il trattato “ I Sogni” di Sinesio di Cirene, allievo di Ipazia di Alessandria, la cui intenzione, esplicitata nella prefazione, è quella di “intorbidire le acque”, ossia occultare questioni filosofiche sotto futili argomenti.

Nella Lettera a Ipazia, Sinesio dichiara che la genesi del suo testo è voluta da Dio e che l’opera è stata composta durante la notte, momento in cui il poeta si sente come estraniato da sè e in ascolto delle sue stesse parole insieme agli altri; avvolto come da una protezione divina.

La scrittura in Sinesio si propone due obiettivi:

  • velare i suoi intenti filosofici
  • produrre l’effetto di una voce divina.

Sinesio elogia la notte, citando un oracolo caldaico in cui si definisce privilegio l’essere fecondati dal dio nel sonno, e celebra il momento dell’ “oniromantica”, ossia la pratica della divinazione onirica, gratuita e “democratica”, considerata l’accessibilità di tutti al sognare. Inoltre suggerisce di redigere un diario notturno e in parallelo confrontarlo con uno diurno. Per cogliere il significato delle visioni non esiste una chiave interpretativa universalmente valida e l’organo che permette la pratica d’ interpretare sogni a scopo divinatorio è il “corpo pneumatico”, ossia una membrana sottile che riveste l’anima quando discende nel mondo corporeo; a ciò si aggiunge la “Fantasia” sia facoltà dell’ anima, sia “forma di vita” riversata ovunque nella natura.

Che cos’è questa “Forma di vita”?

Esiste una preistoria della “ Fantasia” (o anche detto “pneuma fantastico”) secondo cui il Demiurgo platonico avrebbe assegnato a ogni anima un’ astro etereo, che fungesse da veicolo tra il mondo alto delle idee e il mondo basso e corporeo. Questo veicolo nonostante debba orientarsi e mediare continuamente tra Immagini delle idee e rappresentazioni sensoriali, tuttavia consente anche al “soffio animatore” una propria autonomia, ossia la capacità si ascendere alle luci divine, dalle quali deriva la folgorazione divina pura, rendendo sempre più sottile e puro questo veicolo dell’anima.

Il Professor Susanetti, tramite lo studio di Proclo, ci offre una lettura degli aspetti tradizionali e iniziatici del platonismo, sottolineando come avvenisse gradualmente lo studio nell’Accademia prima attraverso le dottrine aristoteliche, poi affrontando come ultimo stadio i misteri contenuti nei Dialoghi platonici; inoltre si sottolinea l’ importanza del legame d’amicizia tra coloro che collaborano in questa ricerca sapienziale.

Proclo dà indicazioni pratiche per un ritorno spirituale al principio:

l’esercizio continuo di “ morte in vita” per liberare dai sensi l’anima, prigioniera del corpo;

la recita di inni sacri e preghiere come strumento di avvicinamento al divino.

In Proclo grande importanza la riveste il Simbolo, immagine che agisce, in quanto dotata di potenza, di derivazione divina, e capace di incidere nella vita dell’uomo mettendolo in contatto con il piano dell’Invisibile.

Se l’immagine agisce, l’anima, con corpo sottile, è un dono divino per mettere in contatto l ‘uomo terreno con il divino; la Fantasia, luogo dell’immagine, fa corpo unico con questo corpo sottile dell’anima e necessita di andare oltre e liberarsi del corporeo per mettersi in contatto, identificarsi e cooperare con i supremi principi della realtà. Il Simbolo è proprio ciò che mette in relazione i due piani distanti: la realtà terrena e l’etereo divino.

L’anima, secondo una lettura del platonismo, ha in sé tutte le idee e proietta, di volta in volta, quelle che le servono sulla Fantasia, che come uno specchio d’acqua in superficie riflette l’immagine che si forma.

Anima, Visione, Immaginazione, sia in ottica pagana, sia in ottica cristiana cooperano per mettere in contatto il terreno al divino.

Il seminario del Professor Susanetti ha messo in evidenza come contenuti del platonismo siano stati ripresi e declinati in un contesto cristiano di IV-V secolo da filosofi come Sinesio e Proclo, a dimostrazione di come le strutture del pensiero e psichiche restino invariate nonostante la nuova disposizione fideistica che caratterizza l’uomo durante la diffusione del cristianesimo.

  • Scritto da: Marianastasia Lettieri.